BETLEMME - Caritas Baby Hospital
Il Caritas Baby Hospital di Betlemme è l’unico ospedale pediatrico in Cisgiordania e nella striscia di Gaza e, dal punto di vista sanitario, è una struttura irrinuciabile per la regione. Dal 1952 le porte del Caritas Baby Hospital sono aperte ogni giorno – senza interruzione – a tutti i bambini palestinesi e alle loro mamme. Il fondatore, padre Pater Ernst Schnydrig, si era posto come obiettivo quello di assicurare un’assistenza medica di base ai più piccoli, prime vittime delle conseguenze del conflitto israelo-palestinese. Per loro, questo ospedale resta a tutt’oggi un’oasi di pace e di serenità
Ogni venerdì le Suore Elisabettiane del Caritas Baby Hospital di Betlemme pregano lungo il muro che divide, anche attorno alla città che ha visto nascere Gesù, gli israeliani dai palestinesi. Le loro voci sono arrivate fino all’Italia e molte comunità di cristiani, parrocchie, gruppi di credenti, dal Trentino fino alla Sicilia, si uniscono a loro in momenti e giornate di preghiera.
In particolare il primo Marzo di ogni anno è diventata la Giornata internazionale di preghiera e di sensibilizzazione contro il muro; l’iniziativa è stata chiamata Un ponte per Betlemme. Il riferimento è alle parole di Giovanni Paolo II che nel novembre 2003, invocando la pace, disse: «Non di muri ha bisogno la Terra Santa ma di ponti!».
Don Nandino Capovilla, responsabile della Campagna Ponti e non Muri di Pax Christi spiega il significato della giornata del 1 Marzo dicendo: «rispondiamo ad un appello. Le suore del Caritas Baby Hospital ci chiedono infatti di non dimenticare cosa sta accadendo in Israele e nei Territori palestinesi». Un appello che continua a rimanere inascoltato. La prima pietra della «barriera di sicurezza», come viene definito il Muro dagli israeliani, è stata posta il primo marzo del 2004. Da allora cristiani, arabi ed ebrei vivono separati da pareti di cemento alte fino a 9 metri, da filo spinato e dai militari dei check point, unici punti di raccordo rimasti. «È una prigione a cielo aperto», hanno scritto le suore di Betlemme nella lettera che hanno inviato agli amici in occasione dello scorso Natale. «Come titolo del loro racconto - aggiunge don Nandino - hanno scelto Perché trattate così Betlemme?. Il verbo “trattate” include anche noi: siamo tutti responsabili. Sul Muro e sulle vere ragioni di questo conflitto c’è troppo silenzio».
Centinaia di migliaia di ulivi sradicati, più di 40 pozzi persi, case, fattorie, edifici abbattuti: queste sono le conseguenze materiali del «Muro dell’apartheid» come lo chiamano invece i palestinesi. Ci sono poi le storie delle persone, delle loro vite distrutte per fare spazio al muro. La casa di Hassan è completamente circondata da una parete di cemento armato alta diversi metri, un’assurdità che prosegue anche lungo la stradina sterrata che conduce fino all’abitazione, ormai unica via di accesso rimasta. Al primo piano della casa ci sono ancora le vetrine e le insegne di una rivendita di pezzi di ricambio per automobili e di un negozio di articoli per la casa. Erano le attività di Hassan e della sua famiglia, ma dopo la costruzione del muro i clienti non sono più arrivati. I negozi sono stati chiusi. Intanto i figli di Hassan soffrono di problemi psicologici, si sentono come topi in gabbia.
Questa storia e il resoconto di altre sofferenze, nate lungo il tracciato del Muro, emergono nei dvd Andiamo a Betlemme per vedere cosa sta accadendo e Proprio così, storie di quotidiana occupazione realizzati da PaxChristi in occasione delle giornate Un Ponte per Betlemme 2007-2008.
Il logo dell’iniziativa è un ponte stilizzato blu che rompe una barriera bianca. «Quando suor Silvia ha visto questo simbolo - racconta don Nandino - mi ha scritto da Betlemme tutta entusiasta, vorrebbe farne degli enormi manifesti». Forse suor Silvia spera, come molte altre persone che vivono in Terra Santa, che il loro destino non sia più rappresentato dal Muro segno di divisione, ma diventi davvero un ponte, segno di unione.
12 Raccolti aderisce alla giornata del 1 Marzo e rilancia la proposta di continuare a sentirsi accanto a queste sorelle OGNI VENERDI’ e in tanti altri momenti di preghiera durante l’anno. Di seguito riportiamo il materiale preparato per la giornata del 1 Marzo 2008 e invitiamo a contattare la Segreteria di PaxChristi per la richiesta di materiale relativo alla Campagna Ponti e Non Muri.
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Scarica:
a) Lettera delle suore del Caritas baby Hospital: “Perchè trattate così Betlemme ?”
b) Racconto delle suore del Caritas baby Hospital: “Quel primo marzo … “
c) Giornata Un ponte per Betlemme 2008
d) Riflessioni dell’Arcivescovo Twal per il Primo Marzo 2008
e) Il Rosario di Betlemme - a cura delle suore del Caritas Baby Hospital
f) Veglia di preghiera 2008 ” Da Gerusalemme verso Betlemme per la pace”
g) Traccia di preghiera 2007 “Un cammino di preghiera … per una preghiera in cammino”