Punto Pace di PaxChristi di Milano - La Tenda del silenzio
21 Settembre 2007 | ||
17:00 | a | 22:00 |
Il Punto Pace di Milano, accanto a numerose altre associazioni e gruppi cittadini, ha derito anche quest’anno alla “Tenda del silenzio”, promossa dai Frati e dalla Comunità di Sant’Angelo. Riportiamo di seguito il testo del volantino che presenta l’iniziativa e che aiuta a coglierene il significato. Lo spazio e il tempo del silenzio sono stati anche spazio di incontro e di preghiera personale; riportiamo alcuni dei testi proposti alle persone che entravano nella tenda per la riflessione e la meditazione.
“LA TENDA DEL SILENZIO
La sfida dell’ospitalità
Ancora quest’anno il 21 settembre, giornata dell’Onu per la Pace, una tenda, la tenda del silenzio, verrà eretta in Milano, alle colonne di San Lorenzo. Dalle ore 16 alle 21 di quel giorno questo spazio sarà aperto per tutti coloro che vorranno per qualche minuto sostare in silenzio gli uni accanto agli altri.
L’iniziativa è nata nel 2002, quando un fermento di Pace ha percorso credenti e non credenti, laici e tutto il popolo che dopo l’11 settembre 2001 diceva no al terrorismo, la stessa moltitudine che nel 2003 con le bandiere arcobaleno diceva no alla guerra nelle strade e dai balconi della città, nonostante tutto, nonostante il terrorismo, nonostante la paura e la rassegnazione.
Il silenzio è paradossalmente diventato uno strumento di dialogo: quando le parole, i simboli laici o religiosi, le appartenenze possono costituire un ostacolo e spesso un motivo di offesa reciproca, trovarsi in una tenda spoglia a testimoniare in silenzio il desiderio di Pace diviene un segnale forte per tutti gli uomini di buona volontà, siano essi credenti o non credenti.
Gli eventi accaduti nel corso dell’anno in città, legati al problema dell’immigrazione, gli effetti delle guerre che ancora sconvolgono la terra, hanno posto tutti noi di fronte ad una nuova prova: la sfida dell’ospitalità. Conoscendo le paure di molti che si chiudono in difesa, noi crediamo che Pace sia anche vincere le esclusioni, i pregiudizi e le incomprensioni, riconoscere un nome proprio e un destino ad ogni essere umano, aprirsi vicendevolmente ad altre culture ed altre religioni per conoscerle e capirle.
Crediamo poi, che tutte le comunità e i gruppi che vivono in città siano essi stessi capaci di gesti generosi di ospitalità e di accoglienza, di attesa dell’altro…”
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